Comunicato stampa
L'evento si svolgerà a Napoli, sabato 9 marzo, dalle ore 15.30 alle 18.30, a Palazzo Bertolini
Svolta PMA in Campania: la SIRU organizza un dibattito sul DCA 21/2019 del Presidente della Regione
Obiettivo: ridurre la mobilità sanitaria e prestare ai cittadini le cure nel territorio
attraverso la costruzione di una rete regionale di operatività
Interverranno:
Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania,
Antonino Guglielmino, Presidente nazionale Siru,
Luigi Montano, Co-Presidente nazionale Siru,
Stefania Iaccarino, coordinatrice SIRU per la Campania e Sud Italia,
Maria Paola Costantini, coordinatrice dell’Osservatorio giuridico-legale SIRU,
Alfredo Nazzaro, componente del tavolo tecnico regionale che ha curato a stesura del DCA
NAPOLI - Si gira davvero pagina, e in positivo, con il recente Decreto Commissariale ad Acta del Presidente della Regione che riordina in Campania il sistema della Procreazione Medicalmente Assistita. Alla luce di quella che appare come una svolta a tutela delle coppie, la Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU) invita tutti gli operatori regionali del settore e le altre società scientifiche a partecipare al dibattito “Un’altra Campania è possibile: il riassetto della PMA dopo il DCA 21/2019”, che avrà luogo a Napoli sabato 9 marzo dalle 15.30 alle 18,30 presso Palazzo Bertolini (Corso Vittorio Emanuele 165). Sarà lo stesso governatore Vincenzo De Luca a chiudere i lavori che prenderanno il via con la presentazione del Decreto, affidata ad Alfredo Nazzaro, componente del tavolo tecnico regionale che ha curato a stesura del DCA
Per la Società Italiana della Riproduzione Umana interverranno il Presidente nazionale in carica Antonino Guglielmino, il Co-Presidente Luigi Montano, la coordinatrice dell’Osservatorio giuridico-legale, Maria Paola Costantini e la coordinatrice per la Campania e il Sud Italia Stefania Iaccarino, che modererà l’incontro.
La proposta della SIRU alle istituzioni regionali:
- la costruzione di una rete integrata tra tutte le figure professionali e le strutture territoriali con specifici percorsi diagnostici e terapeutici in cui siano compresi a pieno titolo i centri di PMA;
- omogeneizzare l’offerta nella regione per ridurre la mobilità sanitaria che determina un reale danno agli utenti ma anche agli stessi operatori e alle finanze regionali
- ancorare la pratica clinica a Linee guida e buone pratiche
- intervenire subito sull’impatto che l’inquinamento ambientale ha sulla fertilità
- contribuire a risolvere la questione del riconoscimento della figura dell’embriologo nei centri di PMA e la loro stabilizzazione contrattuale
- favorire l’inserimento della figura dell’andrologo necessario per un corretto inquadramento della coppia
- potenziare la consulenza genetica per un adeguato counselling alla diagnosi pre-impianto
- prevedere l'apporto degli psicologi come supporto effettivo per le coppie nel loro iter sanitario.
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Il DCA 21/2019 rappresenta inoltre un modello a livello nazionale, soprattutto per altre realtà territoriali ancora difficili, specialmente al Sud, e costituisce un risultato importante, tanto più in considerazione della mancata attuazione dei LEA nazionali.
La necessità del riassetto regionale emergeva del resto dai dati del Registro Nazionale: i cicli iniziati nel 2016 con tecniche a fresco su pazienti provenienti da fuori Regione rappresentano il 28,8%, con una migrazione più intensa verso il Nord Ovest e il Centro (in particolare la Lombardia e la Toscana). I centri prescelti sono stati preferibilmente pubblici o comunque convenzionati con il SSN. E i principali moventi dei viaggi della speranza sembrano ricondursi alle eclatanti difformità di erogazione delle prestazioni di PMA tra i diversi SSR, oltre che a norme confuse, che hanno limitato l’accesso alle prestazioni e determinato incertezze in operatori e pazienti. L’adeguamento delle prestazioni e il sostegno alle coppie sono una buona notizia, ma il recepimento dei Lea dovrà contribuire ancora a fronteggiare forti discriminazioni e dubbi su cosa sia consentito o meno.
Come sottolinea il Prof. Antonino Guglielmino, Presidente nazionale in carica della SIRU: «Ringraziamo il governatore De Luca per il DCA che consente di fare notevoli passi avanti, prevedendo tra l’altro: l’inclusione di tutte le prestazioni; la previsione di ancorare la pratica clinica a Linee guida e protocolli specifici della PMA; la preservazione della fertilità anche per soggetti con patologie professionali e cronico-degenerative, oltre che per i malati oncologici; il riconoscimento del criterio dell’esperienza e della competenza dei biologi/embriologi per l’assunzione nelle Unità operative delle strutture sanitarie e dei Centri di PMA.
«Un aspetto innovativo anche sul piano nazionale - osserva il Dott. Luigi Montano, Co-Presidente nazionale SIRU - è quello di riconoscere il rischio da esposizione ambientale per alcune categorie di lavoratori e di conseguenza la possibilità di offrire loro la possibilità di preservare la fertilità».
«La coppia ritorna al centro della medicina riproduttiva e della PMA - ribadisce la Dottoressa Stefania Iaccarino, coordinatrice SIRU Campania e Sud Italia - con un sistema di accoglienza, di gestione della qualità e di sostegno economico. Con questo provvedimento i cittadini campani potranno liberamente scegliere di essere assistiti nel loro territorio».
«Ciò rappresenta - aggiunge l'avvocato Maria Paola Costantini, coordinatrice nazionale dell’Osservatorio giuridico-legale della SIRU - la dimostrazione di come una Regione, anche in stato di commissariamento, possa agire a favore degli utenti e degli operatori. Il Decreto elimina discriminazioni che hanno pesato per troppo tempo, incidendo economicamente e socialmente su chi abita e opera in Campania».
Ufficio Stampa SIRU
Caterina Andò - Paola Perrotta
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